Umoja, il villaggio del Kenya dove le donne sono libere dalla violenza di genere
10 Luglio 2023 – 20:58

Africa, 10 luglio 2023
di Claudia Volonterio
C’è un luogo sicuro in Kenya dove tante donne si sono rifugiate negli anni per proteggersi da ogni forma di violenza di genere, tra cui stupro, mutilazioni genitali femminili, abusi …

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Putin ha infilato la Russia nella trappola di una guerra infinita

a cura di in data 9 Maggio 2023 – 23:00Nessun commento

la guerra russa di aggressione all’ucraina è maturata nell’ambito di interessi di potere. Ma non tutto è andato come previsto.
FOTO AP

Domani, 9 maggio 2023,
di Mario Giro (politologo)

CONFLITTI INTERNI

Di questi tempi non conviene iniziare una guerra perché poi non finisce più. Ciò vale per i forti e per i deboli, per l’aggressore e l’aggredito: non c’è differenza nel fatto che se la guerra perdura, ingoia tutte le risorse umane e materiali possibili e imbarbarisce chi la combatte. Se mai lo è stata, oggi la guerra non è sicuramente più la “politica con altri mezzi” ma un’immensa dissipazione di energie e di vita, senza vittoria e senza fine. Basta guardare alla Siria: un conflitto che dura da circa 12 anni e non accenna a terminare. Ci sono fasi alterne, alcune di grande intensità e altre di minore virulenza, ma non Cè pace. Di conseguenza non si può ricostruire o pensare di tornare ad una vita normale. Dalla Siria fuoriesce un’emorragia umana senza fine e chi vuole rientrare trova mille difficoltà. L’economia permane di sussistenza, la scuola non funziona, la sanità è ridotta al lumicino: insomma non ci sono le condizioni minime vitali salvo che per una sparuta minoranza.

Una guerra permanente
È il destino che rischia il Sudan ma anche gli stati del Sahel. Tutto ciò non dipende più dai protagonisti del conflitto ma dalla guerra stessa, che possiede una sua logica interna: non terminare e prolungarsi a dispetto di tutti. E noto infatti quanto sia facile iniziare un conflitto ma quanto poi sia difficilissimo terminarlo. Anche chi ha scatenato i combattimenti si infila in un tunnel di odio che non controlla più, in un groviglio di ragioni e torti da non riuscire più a uscirne. E cresce il rischio difalseflag ofake news come vediamo in Russia ora. IA guerra tende a diventare permanente o a trasformarsi in forme di violenza diffusa molto difficili da controllare. Sorgono delle situazioni ambigue in cui si creano spazi ibridi dove non esiste più alcun ordinamento o se ne installa uno alternativo non riconosciuto a livello internazionale, spesso criminale.

Collaborazioni criminali
Numerose aree del mondo oggi sono in questa situazione. Il Sahel vive in uno stato di guerra endemica in cui i jihadisti hanno cambiato strategia adattandosi al contesto. Per non provocare reazioni internazionali alzando il livello di allarme globale, non attaccano più le capitali o le grandi città, se non sporadicamente, ma puntano a una forma di “cogestione” degli stati. Per questo sembra che stiano cercando di mettersi defacto d’accordo con i fragili poteri centrali, quasi sempre nelle mani di militari inesperti. L’obiettivo è dividersi la conduzione del paese e, con essa, le sue risorse. Non è la stessa cosa che fanno le milizie in Kivu? O la Wagner in Repubblica Centrafricana? O le reti criminali in certe zone del pianeta al di fuori di ogni controllo? O infine i miliziani in Sudan? Tra l’altro è più facile per le mafie globalizzarsi e collaborare, che per gli stati nazionali. È sempre possibile spartirsi le ricchezze in termini di materie prime, contrabbando o traffici illeciti di ogni tipo (incluso quello di armi o di carne umana). Per i protagonisti di questo mondo sotterraneo, la pace diviene non soltanto una chimera ma qualcosa da evitare: meglio rimanere in stato di guerra perenne a bassa intensità, preservando al massimo i reciproci affari, cercando ogni tanto di erodere quelli del vicino.

La guerra infinita
Anche l’utilizzo manipolato della storia a scopo di protezione dei propri interessi, può trasformarsi nella trappola della guerra infinita che si prolunga al di là delle stesse intenzioni di chi l’ha iniziata La Russia non sfugge a questa regola C’è una battuta che circola tra gli specialisti di cose russe: non è il futuro della Russia ad essere imprevedibile ma il suo passato. Strumentalizzare la storia è sempre stata una mania dei poteri assoluti per giustificare le proprie scelte. La guerra russa di aggressione all’Ucraina è maturata nell’ambito degli interessi di potere: allargare la propria zona di influenza sfruttando la presunta debolezza occidentale. Certamente Putin puntava a continuare a vendere il gas all’occidente ma voleva nel contempo aumentare di peso geopolitico globale. La sua idea era di inserirsi, a spese dell’Ucraina, nella contesa Usa-Cina dilatando i propri confini. Tale calcolo frettoloso si è rivelato errato ed ora corre ai ripari usando la retorica storica. Ma la conseguenza è che anche Putin si è ficcato nella trappola della guerra perenne: non sa come uscirne e sta creando attorno alle sue frontiere una zona di conflitto endemico che ostacolerà qualunque piano creando le condizioni per situazioni ibride fuori da ogni controllo. L’uso dei mercenari ne è un prodromo evidente, così come la competizione esistente tra esercito russo regolare e milizie varie. Un grande paese che si affida a tali strumenti mette a rischio sé stesso. Anche l’occidente deve stare attento: la guerra permanente rende l’Ucraina invivibile e non conviene nemmeno all’Europa. È questa la nuova trappola di Tucidide: non solo la guerra inevitabile ma la guerra infinita.

(Mario Giro)

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