Per fermare la guerra serve l’arte del compromesso
Domani, 16 Marzo 2022,
di Mario Giro (politologo)
L’Europa avvelata
L’Europa si sta avvelenando. Russi e ucraini, pur parte della medesima storia culturale, si allontanano avvelenati da un abisso di odio reciproco. I russi, chiusi in gabbia da Putin, si avvelenano d’odio per l’occidente, salvo pochi coraggiosi. Polacchi, baltici, rumeni e altri europei orientali si avvelenano, caricandosi di ancor più odio contro i russi di quanto la storia non abbia già lasciato loro in eredità. Gli europei occidentali si avvelenano, imparando a odiare i russi come forse nemmeno durante la Guerra fredda. Avvelenate le relazioni tra ortodossi e cattolici e tra ortodossi stessi. Si avvelenano i rapporti culturali e accademici, quelli della ricerca e dello sport: la corsa all’odio contamina i cuori e toglie lucidità. La causa è la guerra di Vladimir Putin ma i protagonisti del processo di avvelenamento si trovano anche laddove non li aspetteresti. Possibile che non ci si renda conto che la guerra ci sta trascinando tutti in un baratro di odio che ci stritola, uccidendo il pensiero, il dialogo, il dibattito, anche il semplice dubbio? Si dice che occorre condannare e non spiegare. Sui grandi giornali si accettano foto di bambini in armi che rifiutavamo inorriditi in altri contesti. A nulla paiono servire logica, lucidità e analisi: c’è un nemico (finalmente siamo tutti d’accordo su questo) che incarna il male e l’unica cosa che serve è sostenere chi combatte. Pare che non si riescano a comprendere le grida di papa Francesco quando chiede di cessare il massacro: sembrano le parole di un’anima bella, cos’altro può dire un papa? Non è così: a contatto con le guerre mondiali prima, e con il rischio di guerra nucleare poi, la storia del pensiero cristiano sulla guerra ha fatto un salto nel XX secolo. I papi ci dicono che la guerra è un male “in sé”, che ogni guerra lo è e che non esiste una guerra giusta soprattutto in epoca nucleare. Pur prodotto di processi politici umani, la guerra possiede una sua logica interna che la rende autonoma dalle decisioni, anche di chi l’ha iniziata. La guerra ha una sua forza intima e malvagia che travolge e ingoia tutto: è lei il male assoluto perché crea un ingranaggio di odio e violenza a cui è difficile sottrarsi. Le ultime guerre di questi anni ce lo dimostrano: chi le ha vinte e chi se ne è giovato (a parte i mercanti d’armi)? Per questo le guerre vanno fermate il prima possibile. Lo vediamo sul campo: Putin stesso non sa come uscirne se non aumentando la violenza. Anche la leadership ucraina è bloccata. Le vittime aumentano, a milioni fuggono lasciando una terra bruciata. La guerra è una trappola che dobbiamo disinnescare subito, non fomentare. Ora è il tempo del compromesso; verrà poi quello della giustizia.
(Mario Giro)
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