Fermare la guerra invece che cedere all’escalation
Domani, 05 aprile 2022,
di Mario Giro (politologo)
Dopo l’orrore di Bucha
L’orrore di Bucha. È questo il lascito della guerra che la Russia ha scatenato contro un popolo intero. Sappiamo cosa può essere accaduto, come purtroppo accade in tutte le guerre: il battaglione russo che ha ricevuto l’ordine di ritiro dopo aver subito perdite ingenti è stato preso dalla rabbia fredda che in questi casi annebbia l’anima dei combattenti e la degenera. Rabbia contro i propri comandi che hanno mandato i soldati a morire per poi richiamarli, rabbia contro il nemico che non si è arreso, rabbia per aver perso compagni inutilmente, rabbia per la sconfitta e per il nulla di fatto… Sono tante rabbie accumulate che si scatenano in follia omicida, come sempre contro i civili. Lo abbiamo visto in tutte le guerre. Un esercito in ritirata è molto pericoloso e può essere letale. Si dice che tutto questo merita una punizione ma non c’è punizione in guerra: la punizione deve avvenire solo dopo, con l’amministrazione della giustizia e in tempo di pace. Altrimenti è vendetta: quell’ingranaggio bellico che punta a una serie infinita di ritorsioni. C’è anche chi dice che la strage dei civili a Bucha è un motivo per continuare la guerra aumentandone l’intensità. Anche questa reazione fa parte della spirale che rende ineluttabile l’espansione del conflitto e lo aggrava. Di conseguenza ci saranno altre stragi di innocenti. Ci deve far meditare invece un’altra cosa, ancor più preoccupante. Se un battaglione russo in ritirata giunge a commettere tali orrori, chiediamoci cosa potrebbe fare il suo alto comando (politico o militare) se la guerra continua o se viene messo con le spalle al muro. È noto che tale ragionamento irrita chi crede che il conflitto armato sia uno strumento come un altro per difendere le ragioni dell’Ucraina aggredita. Scandalizzati, ci si chiede se l’Ucraina dovrebbe arrendersi. Ma la guerra non è uno strumento come un altro e porta molto oltre la volontà di chi la fa. L’evocazione delle armi nucleari da parte della leadership russa deve far riflettere. Irresponsabilmente si parla troppo in queste settimane di armi nucleari tattiche: ci stiamo forse abituando al loro eventuale utilizzo? L’orrore di Bucha ci ricorda cos’è una guerra totale, quella che non risparmia i civili, una lotta senza esclusione di colpi, un’ostilità che distrugge tutto. Quel tipo di guerra è già stato combattuto sulle stesse terre oggi sconvolte dal conflitto. Sappiamo che la guerra cela ogni possibile nefandezza e purtroppo dobbiamo prepararci ad altre immagini terribili, ad altre scoperte agghiaccianti, che coinvolgeranno tutti. Per questo dobbiamo ritornare in noi stessi e giungere alla coscienza che non si può, non si deve, nutrire la guerra ma fare di tutto per fermarla. Solo dopo verrà la giustizia e il rispetto per la sacralità della vita potrà essere recuperato.
(Mario Giro)
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