Turismo sessuale in Africa, un fenomeno in aumento
Africa, 6 maggio 2023
Diversi Paesi del continente sono diventati con il tempo veri e propri paradisi del turismo sessuale. Dalle donne mature ai giovani dirigenti o uomini d’affari, molte destinazioni note sono regolarmente frequentate da turisti occidentali in cerca di piacere che vogliono soddisfare i loro desideri sessuali o mettere in atto pratiche che sarebbero punibili con il carcere nei loro Paesi d’origine. Un focus sul fenomeno in Gambia, Tanzania e Kenya – tre Paesi dove il turismo sessuale sembra avere radici storiche e risulta oggi particolarmente consolidato e strutturato.
di Luigi Limone – Centro studi AMIStaDeS
La prostituzione e il commercio sessuale sono due fenomeni di cui sentiamo parlare in maniera sempre più significativa con riferimento al continente africano. Negli ultimi decenni, sono infatti stati portati all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale dati e tendenze su prostituzione e commercio sessuale in diversi Paesi dell’Africa. Basti pensare a Marocco ed Egitto, considerati oggi dei veri e propri hub internazionali della prostituzione in Nord Africa. Oppure alla Nigeria, dove il problema della prostituzione forzata, in particolari di giovani ragazze, è più grave che in qualsiasi altro Paese africano e il fenomeno risulta legato a forme di sfruttamento e reti criminali riconducibili alla tratta internazionale di esseri umani.
Resta tuttavia inesplorato il fenomeno del turismo sessuale. Con le restrizioni sviluppate nel Sud-Est e nell’Est asiatico e la mancanza di controlli nei Paesi africani, il continente africano è diventato una delle mete preferite dei turisti sessuali, prevalentemente europei. Tuttavia, poco lavoro è stato fatto per esaminare questo fenomeno nel contesto africano. Una delle ragioni principali della mancanza di conoscenza sul fenomeno è l’assenza di dati concreti, unita al fatto che vari tabù influenzano ancora l’atteggiamento nei confronti del commercio sessuale in Africa. Inoltre, i governi africani preferiscono tacere e appaiono lenti a prendere misure di contrasto poiché temono di colpire gli stranieri coinvolti, spesso fonte di guadagno per Paesi ancora poco aperti al turismo di massa.
Principali caratteristiche
In diversi Paesi africani il turismo sessuale è in aumento. Sebbene le caratteristiche del fenomeno varino a seconda delle specificità di ciascun Paese, è possibile identificare degli elementi comuni.
Molto spesso, quando si parla di turismo sessuale, si pensa a uomini d’affari che approfittano della loro posizione di prestigio per soddisfare i propri desideri sessuali all’estero, in contesti più semplici e con meno rischi di sanzioni. Se questo resta vero, va tuttavia sottolineato che sempre più donne occidentali visitano l’Africa alla ricerca di uomini “giovani, forti e virili”. Purtroppo, questa pratica non è limitata agli adulti. Negli ultimi anni, infatti, il turismo sessuale in Africa è diventato sempre più orientato verso bambini sempre più piccoli.
I minori coinvolti nel turismo sessuale sono spesso bambini abbandonati dalle loro famiglie o addirittura incoraggiati da queste ultime o dai loro tutori a prostituirsi per diventare fonte di guadagno. I bambini vengono inviati nelle camere d’albergo dei turisti che visitano l’Africa per poter agire liberamente al riparo dalle sanzioni giudiziarie che potrebbero subire nei loro Paesi d’origine. I principali fattori che spingono i minori verso questo commercio sono l’esclusione sociale e la povertà. Per la maggior parte dei giovani africani disoccupati, la prostituzione e il turismo sessuale rappresentano le possibilità di guadagno per sopravvivere.
In Africa, diversi Paesi sono diventati destinazioni chiave del turismo sessuale. In Senegal, la città di Saly è un luogo di prostituzione clandestina. Questa località balneare accoglie un gran numero di turisti sessuali, generalmente pensionati provenienti dall’Europa, che ricercano lungo le spiagge o nei locali della vita notturna giovani uomini o donne senegalesi, non sempre maggiorenni, per soddisfare i propri piaceri sessuali. In Sudafrica, Città del Capo è la meta preferita del turismo sessuale, soprattutto per gli incontri omosessuali.
Qui di seguito sono riportati gli esempi di Gambia, Tanzania e Kenya – tre Paesi dove il turismo sessuale sembra avere radici storiche e risulta essere oggi un fenomeno particolarmente consolidato e strutturato.
Gambia: la figura del “bumster”
Dagli anni ’90, il Gambia è diventato una delle mete preferita dell’Africa occidentale per donne europee alla ricerca di esperienze sessuali con giovani africani, talvolta minorenni. Il fenomeno del turismo sessuale in Gambia sembra avere radici storiche legate al colonialismo e alla dipendenza dal Regno Unito. Il Gambia è stato infatti un Paese al centro della tratta degli schiavi e per molti anni la popolazione locale ha vissuto un periodo buio, segnato dalla supremazia bianca, dal razzismo e dallo sfruttamento.
Negli anni post-indipendenza agenzie di viaggio internazionali del Regno Unito hanno iniziato a introdurre pacchetti turistici a basso costo in questo piccolo Paese dell’Africa occidentale. Dopo oltre trent’anni di viaggi di donne di mezza età arrivate con l’intento di fare turismo sessuale, si sono “istituzionalizzate” figure che di questa opportunità ne hanno fatto un lavoro. Si tratta dei cosiddetti “bumsters”, giovani uomini gambiani impoveriti che si concedono a donne occidentali in cambio di regali, denaro oppure nella speranza di ottenere un visto per un Paese più ricco. Alcuni stabiliscono le proprie relazioni online, mentre altri frequentano le spiagge della costa affollate di turisti occidentali provenienti da Regno Unito, Olanda, Svezia e Germania. Il fenomeno del turismo sessuale in Gambia è particolarmente diffuso nell’area del Senegambia, la striscia di terra che al confine tra Senegal e Gambia piena di hotel di lusso e diventata oggi un punto di ritrovo per pensionati e pensionate europei soli alla ricerca di piacere sessuale.
Tanzania: implicazioni sanitarie
Il turismo sessuale in Tanzania è apparso in maniera particolarmente evidente durante la presidenza di Jakaya Kikwete (2005-2015). Dalla fine del mandato di Kikwete, la situazione non è migliorata, nonostante il tentativo da parte del governo di avviare un programma di sensibilizzazione sul turismo sessuale, focalizzato sullo sfruttamento dei minori. Il presidente successivo, John Magufuli, ha inoltre lanciato diverse ondate di arresti nel nord del Paese per tentare di disincentivare il fenomeno.
La pratica del turismo sessuale appare oggi in continuo aumento. Il turismo sessuale viene praticato soprattutto nei complessi alberghieri sulla terraferma della Tanzania, non lontano dal confine con il Kenya. Il fenomeno è ancor più visibile e diffuso a Zanzibar, dove molti minori si concedono ai turisti che frequentano regolarmente l’isola per guadagnarsi da vivere. Secondo il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’AIDS (UNAIDS), la stragrande maggioranza dei turisti coinvolti proviene dall’Europa occidentale – soprattutto Francia e Italia – e dal Nord America.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, il 97% dei lavoratori del sesso in Tanzania è costituito da donne, la maggior parte delle quali sono minorenni. La prostituzione nel Paese è illegale, come in molti altri Paesi africani. Il turismo sessuale in Tanzania ha conseguenze gravi sulla situazione sanitaria del Paese. Esso ha infatti storicamente favorito la diffusione dell’AIDS. Oggi sono 1,8 milioni i tanzaniani colpiti da questa malattia e si ritiene che un terzo dei lavoratori e delle lavoratrici del sesso sia infetto. Dati che sono ben lungi dallo scoraggiare le migliaia di turisti che ogni anno si recano in Tanzania per praticare il turismo sessuale.
Kenya: commercio sessuale minorile
La costa del Kenya sta rapidamente diventando una destinazione popolare per turisti alla ricerca di prostitute minorenni. Un recente studio dell’UNICEF ha reso noto che il 30% delle ragazze di età compresa tra i 12 e i 18 anni nelle zone costiere del Kenya è coinvolto in qualche forma di lavoro sessuale. L’UNICEF stima, inoltre, che tra i lavoratori del sesso kenioti, uno su dieci ha iniziato prima di raggiungere la pubertà.
Paradiso tropicale della zona costiera del Kenya, la città di Malindi ospita oggi un commercio sessuale minorile nascosto. Bambini di appena 12 anni dicono di essere attirati nella prostituzione e nella pornografia da turisti disposti a pagare profumatamente per esperienze sessuali in luoghi segreti.
La zona costiera del Kenya ha un’alta incidenza di sfruttamento sessuale minorile a causa della povertà diffusa e dell’accettazione del fenomeno da parte della società. Il turismo sessuale è infatti considerato dalla società come un mezzo accettabile, anche per i bambini, per guadagnarsi da vivere. Per i genitori e i parenti, concedere il proprio figlio o la propria figlia a turisti occidentali rappresenta il modo più veloce per far uscire la famiglia dalla povertà. Le ragazze e i ragazzi sono incoraggiati dalle famiglie a cercare turisti che soddisfino i bisogni della famiglia. Spesso ai bambini viene impedito di frequentare la scuola dal momento che le lezioni toglierebbero del tempo alla ricerca sulle spiagge di turisti occidentali da cui poter ricavare profitti economici.
Fonti:
Sex tourism in Africa, between taboos and instrumentalization, https://lejournaldelafrique.com/en/sex-tourism-in-africa-between-taboos-and-instrumentalization/
Sex Tourism: This African Nation Is Fed Up With UK Grandmothers Hunting For Toy Boys, https://travelnoire.com/sex-tourism-this-african-nation-is-fed-up-with-uk-grandmothers-hunting-for-toy-boys
The Extent and Effect of Sex Tourism and Sexual Exploitation of Children on the Kenyan Coast, https://documentation.lastradainternational.org/doc-center/1418/the-extent-and-effect-of-sex-tourism-and-sexual-exploitation-of-children-on-the-kenyan-coast
Where is Africa in the fight against modern slavery?, https://lejournaldelafrique.com/en/Africa-after/where-is-africa-in-the-fight-against-modern-slavery/
(Luigi Limone)
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