La crisi ucraina mette a rischio le economie dell’Africa
Africa, 19 aprile 2022
Un rapporto delle Nazioni Unite ha rilevato che oltre il 70% delle economie africane è gravemente a rischio a causa della guerra russo-ucraina.
di Céline Camoin
Nel rapporto intitolato Global Impact of war in Ukraine on food, energy and finance systems, l’organismo internationale ritiene che 41 Paesi africani devono affrontare la massima esposizione ad almeno un’emergenza causata dalla guerra russo-ucraina.
“La guerra sta sovraccaricando una crisi tridimensionale – cibo, energia e finanza – che sta colpendo alcune delle persone, dei Paesi e delle economie più vulnerabili del mondo”, ha avvertito Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite.
Il rapporto delle Nazioni Unite chiede un uso immediato ed efficiente di tutti i meccanismi esistenti per aiutare i Paesi che soffrono direttamente della guerra e delle sue conseguenze. Guterres ha affermato che i piani d’azione raccomandati dal Global Crisis Response Group sono rivolti in particolare all’Africa. I Paesi africani sono tra i più vulnerabili alla crisi incombente, secondo gli analisti.
Guterres aveva annunciato l’istituzione a marzo del Global Crisis Response Group delle Nazioni Unite, un gruppo costituito da 32 membri, che presiede.
Il Global Crisis Response Group mira ad aiutare i decisori di tutto il mondo a mobilitare soluzioni e sviluppare strategie e raccomandazioni per aiutare tutti i Paesi, compresi i più vulnerabili, a superare le crisi interconnesse. Un’analisi preliminare suggerisce che ben 1,7 miliardi di persone in 107 economie sono esposte ad almeno uno dei tre rischi evidenziati dal Global Crisis Response Group.
La Banca africana per lo sviluppo (AfDB) è una delle numerose organizzazioni internazionali che stanno valutando un piano per aumentare la produzione alimentare in Africa ed evitare un pesante impatto negativo nel continente africano.
La Russia e l’Ucraina forniscono circa il 30% del grano e dell’orzo del mondo, un quinto del suo mais e oltre la metà del suo olio di girasole. Allo stesso tempo, la Russia è il primo esportatore mondiale di gas naturale e il secondo esportatore di petrolio. La Russia e la vicina Bielorussia esportano circa un quinto dei fertilizzanti mondiali.
In Costa d’Avorio, gli agricoltori hanno lanciato un appello al governo affinché aumenti le scorte di fertilizzanti di cui i Paesi in guerra, Russia in primis, sono grandi produttori ed esportatori.
“I fertilizzanti chimici, sempre più necessari per aumentare la resa delle aree coltivate, rappresentano il costo più importante degli input in agricoltura”, ha detto Adama Yeo Sientienwin, produttore di cotone, mais, patate dolci, riso, soia e orticoltori a Halnankaha, un villaggio sulla A3 nazionale, tra Kanawolo e Tafiré, citato dall’Agenzia ivoriana di stampa. Per l’agricoltore Daniel Koné Hilnan la guerra è destinata ad avere gravi ripercussioni sul settore agricolo, già messo a dura prova dagli effetti negativi del riscaldamento globale.
“Se il governo ivoriano non farà nulla in termini di scorte, saremo finiti e con noi tutte le popolazioni. Non so come potremmo soddisfare la domanda dei consumatori quando sappiamo che i nostri rendimenti sono soggetti all’utilizzo dei fertilizzanti chimici che sonoormai la vera forza trainante della crescita delle piante”, ha spiegato.
L’aumento del costo dei fertilizzanti potrebbe esacerbare gravemente la povertà e la sicurezza alimentare nell’Africa subsahariana. Molti Paesi del continente africano dipendono dall’Europa per la fornitura di fertilizzanti.
(Céline Camoin)
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