Testimonianza di Ziad Medoukh
Una testimonianza da Gaza – 27 marzo 2024
Sono impotente di fronte al sangue dei nostri bimbi massacrati giorno e notte.
Sono diventato incapace di descrivere questo genocidio ripetuto e ben programmato contro una popolazione civile isolata che sta sopportando l’insopportabile e morendo di fame e di delitti.
Ho perso la pazienza e la mia pena enorme cresce in mezzo a questo orrore assoluto, alle nostre disgrazie e al nostro calvario che sta durando da più di sei mesi senza una vera reazione di quel mondo ufficiale complice che cauziona l’impunità e ci allontana dalla giustizia.
Sono infinitamente triste quando sento le grida di lattanti e neonati che non trovano latte e cure negli ospedali accerchiati, attaccati e privi di ogni materiale medico.
Piango di fronte a questa catastrofe umanitaria e sanitaria vissuta da tutta una popolazione civile che sta subendo una follia omicida.
Sono sconvolto e mi si stringe il cuore di fronte a queste distruzioni massicce che colpiscono tutte le infrastrutture civili ovunque in una regione sotto le bombe e il fuoco.
Non ho più forza di fronte alle lacrime delle donne palestinesi che piangono la nostra incapacità a fermare la sofferenza dei loro bambini affamati, traumatizzati e terrificati.
Sono diventato debole di fronte alla collera e all’impotenza degli innocenti di Gaza, assassinati, feriti, trasferiti, umiliati e oppressi quotidianamente e privati di cibo, d’acqua e di farmaci.
Ho perso la mia tenacia, la mia perseveranza e la mia forza scomparsa per la durezza della vita a Gaza, devastata, aggredita.
Sono diventato pessimista a veder il gusto amaro di questa sopravvivenza difficile e la disfatta della nostra coscienza collettiva.
Non sono più coraggioso come lo ero una volta perché ho lasciato scorrere via la speranza dai nostri cuori affranti e dalle nostre menti che sanguinano ogni giorno di fronte alla nostra angoscia permanente.
Sono diventato purtroppo un numero che sta aspettando come tutto il mio popolo di essere assassinato dai nemici della luce e di essere mandato rapidamente in cielo sena nemmeno un lenzuolo bianco ormai introvabile in una regione distrutta e abbandonata.
Ziad Medoukh
Ziad Medoukh è (o “era” vista la situazione) docente all’università di Gaza e poeta. Aveva studiato in Francia. Ha mandato questo testo a Geneviève Colombani, che aveva ospitato a casa sua a Gaza in un incontro con i suoi studenti. Era una persona dinamica, piena di risorse e un ottimo professore. Non ha voluto lasciare la sua terra. Il testo è stato tradotto da Hélène Colombani.
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