Umoja, il villaggio del Kenya dove le donne sono libere dalla violenza di genere
10 Luglio 2023 – 20:58

Africa, 10 luglio 2023
di Claudia Volonterio
C’è un luogo sicuro in Kenya dove tante donne si sono rifugiate negli anni per proteggersi da ogni forma di violenza di genere, tra cui stupro, mutilazioni genitali femminili, abusi …

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In Africa comandano le piccole isole. E vogliono la fine della guerra ucraina

a cura di in data 2 Marzo 2023 – 21:16Nessun commento

La distrazione occidentale, russa e cinese non porta vantaggi al continente africano. Si profila all’orizzonte una nuova fase di abbandono dell’Africa a causa di una guerra che nessuno vuole arrestare
FOTO LAPRESSE

Domani, 2 marzo 2023,
di Mario Giro (politologo)

GLI EFFETTI DEL CONFLITTO

Tieniti per te la tua geopolitica!» È il grido che il presidente delle Seychelles, Wavel Ramkalawan, ha lanciato in vista del vertice dell’Unione africana tenutosi ad Addis Abeba il 18 e 19 febbraio. L’insolita levata di scudi del piccolo stato insulare ha una giustificazione: questo è l’anno in cui le piccole isole sono al comando in Africa. Infatti il nuovo presidente di turno dell’Unione è Azali Assoumani presidente delle Comore, le quali hanno medesimi approcci e problemi con le Seychelles, Mauritius, Capo Verde o Sao Tomé e Principe, in genere assenti dall’agenda continentale. Per costoro conta l’ambiente, l’innalzamento delle acque degli oceani, il riscaldamento globale e l’inquinamento.

Contro la guerra
Il grido del leader delle Seychelles si rivolgeva ai protagonisti della guerra tra Russia e Ucraina, alla quale gli africani sono in larga parte opposti, come si è ascoltato durante il vertice. «Basta con questo conflitto», sembrano dire gli africani, perché la guerra sta peggiorando le condizioni di vita delle popolazioni a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei beni di prima necessità, prima di tutti il cibo. La competizione geopolitica che infuria tra occidente e Russia non piace per niente all’Africa e tanto meno alle isole minori o ai paesi già colpiti da siccità o crisi interne. Anche la rivalità sino-americana non è apprezzata, soprattutto quando si svolge sugli oceani. C’è un proverbio africano che recita: «Quando gli elefanti si combattono, è l’erba che soffre». Questo sembra il sentimento prevalente degli stati del continente di fronte alla guerra in Ucraina. Certamente sono in molti a sostenere che il principio dell’inviolabilità delle frontiere vada rispettato ma si aggiunge – nemmeno tanto sommessamente – che è già stato violato più volte, creando l’alibi per infrazioni successive. La furia bellicista che ascoltiamo in occidente e in Russia, non attecchisce in Africa dove prevale la preoccupazione per il futuro del pianeta. Gli africani sanno che se gli accordi di Parigi sul riscaldamento globale (di cui l’Africa è responsabile per un misero 3 per cento) andranno alla malora, sovrastati dalle esigenze belliche, sarà il loro continente a soffrirne per primo le conseguenze.

Esigenze vitali
Così anche per l’aumento dei prezzi dei generi alimentari o il rallentamento dello sviluppo agricolo. Al continente vengono offerte in continuazione armi: molti leader impauriti ne fanno incetta ma tutti sono consapevoli che ciò serve a poco se l’instabilità dovesse sorgere dall’interno a causa dell’aumento delle povertà. Quali sono le necessità vitali su cui l’Africa insiste? Quelle di sempre: sanità, educazione e agricoltura. La distrazione occidentale, russa e cinese non porta vantaggi al continente: si profila all’orizzonte una nuova fase di abbandono dell’Africa a causa di una guerra che nessuno vuole arrestare e rischia di eternizzarsi.

(Mario Giro)

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