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L’Onu fallisce se i paesi pensano solo ad armare Kiev

a cura di in data 29 Aprile 2022 – 21:49Nessun commento

Senza investimenti sulla resilienza globale, le conseguenze dei cambiamenti climatici investiranno tutti
FOTO PIXABAY

Domani, 29 aprile 2022,
di Alfiero Grandi (attivista)

Il viaggio solitario di Guterres.

Il realismo della pace

Prima della decisione del segre­tario generale dell’Onu, Antonio Guterres di incontrare Vladi­mir Putin e Volodomyr Zelen­sky c’è stato un coro di richieste di iniziative dell’Onu. Non prive di toni perentori come Zelensky e con gesti ostruzionistici, come il blocco delle decisioni nel Consiglio di sicurezza da parte della Russia. Non è mancato l’uso propagandistico, voluto dagli Usa, dell’assemblea dove non c’è il veto, per escludere la Russia dal consiglio per i diritti umani, dimenticando precedenti iniziati­ve militari che non hanno certo rispettato le persone. Julian Assange è in galera per averlo pro­vato. Quando Antonio Guterres ha deciso di andare a Mosca e a Kiev hanno prevalso silenzio, critiche, derisioni, fingendo di non sapere l’importanza che l’Onu entri in campo come sede mondiale per affrontare la crisi ucraina, per fare cessazione le ostilità, per soccorrere le popola­zioni.

Dopo il viaggio a Mosca
Dopo il sostanziale fallimento dell’incontro di Gutierrez con Putin, l’accento è tornato rapida­mente sulle forniture di armi all’Ucraina, come ha chiarito l’incontro organizzato in contemporanea dagli Usa nella ba­se americana di Ramstein, con la presenza di 43 paesi, solo in parte Nato. A conferma che la leadership nelle decisioni è sal­damente americana questa riu­nione ci sarà ogni mese per continuare a inviare armi e il vero obiettivo è indebolire la Russia, non fare cessare prima possibi­le la guerra in Ucraina. A cosa serve la Nato? La Russia è responsabile dell’aggressione all’Ucraina e di avere scatenato una corsa mondiale al riarmo sempre più preoccupante. L’Ucraina invasa ha diritto a difendersi ma non di innescare la terza guerra mondiale. È da decenni che le grandi potenze – anche quelle medie – decidono unilateral­mente su guerra o pace, relegando l’Onu a spettatore delle loro avventure, perfino strangolandone il finanziamento, come hanno farro gli Usa. Il professor Luigi Ferrajoli ha proposto di convocare l’assemblea generale dell’Onu in modo permanente sulla guerra in Ucraina, per cer­care in ogni modo di arrivare al cessate il fuoco e ad avviare una trattativa per trovare una solu­zione di pace, fermando la guerra. Potenze più o meno importanti tentano una mediazione per loro troppo impegnativa, o si tengono lontane da un impe­gno per mettere fine alla guerra in Ucraina. L’Onu è importante perché sarebbe l’internaziona­lizzazione della soluzione della guerra in Ucraina e quindi tutti i paesi del pianeta potrebbero contribuire ad affrontare e risol­ vere questa gravissima crisi.

La forza del consenso
L’Onu non ha forza militare pro­pria. Ha solo la forza che il con­senso della maggioranza dei paesi che non vogliono la guerra possono mettere in campo, nella consapevolezza che se questa guerra non viene fermata c’è il rischio di arrivare alla Terza guerra mondiale, con il coinvol­gimento diretto delle grandi potenze nucleari. Con conseguen­ze catastrofiche, ben rappresentate dalla frase del manifesto degli intellettuali del 1954, ricordata da Papa Francesco: l’umanità è al bivio tra autodistruzione o distruzione delle soluzioni militari. L’Onu è l’unica sede internazionale esistente, frutto del sogno dei vincitori della Seconda Guerra Mondiale contro il nazifascismo. La sua crisi è frutto della deriva delle potenze che hanno voluto decidere della guerra e della pace, lasciando guerre irrisolte, guasti tremendi, enormi distruzioni e odi.
Solo pochi mesi fa il sogno era cooperare a livello mondiale per salvare la vita sul pianeta di fronte alla crisi climatica. Oggi una parte dell’umanità sta agendo in modo da prefigurare il ri­schio della sua estinzione attraverso una guerra distruttiva perfino nucleare, se dovesse andare fuori controllo lo scontro in Ucraina.
La sede Onu è la migliore per tentare di superare questa crisi, la più grave da decenni, foriera di sviluppi imprevisti e drammatici. Le potenze dovrebbero rinsavire e appoggiare l’iniziativa dell’Onu. L’idea che i contendenti possano arrivare alla pace di­rettamente, senza una mediazione è un’illusione.
Per fermare la guerra resta la sede Onu che ha bisogno di avere le potenze mondiali a sostegno della sua iniziativa. Mentre oggi i protagonisti e i loro sostenitori pensano solo a continuare la guerra aumentando sofferenze e distruzioni.

(Alfiero Grandi)

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